Conoscere il dolore
Il dolore non è uguale per tutti e ognuno potrebbe presentare dolori differenti allo stesso tempo o in momenti diversi della vita.
Leggi il dettaglio che ti interessa, seleziona il tuo tipo di dolore, la tua patologia, la terapia su cui vuoi sapere di più, ti appariranno le informazioni relative.
Dolori
1. DOLORE ACUTO
Cos’è. Il dolore acuto è un sintomo.
Il dolore acuto è un sintomo importante che permette al Medico di porre un sospetto diagnostico e programmare indagini strumentali e di laboratorio per una corretta diagnosi ed una specifica terapia (medica o chirurgica). Le cause di dolore acuto possono essere molteplici:
1 .lesione esterna al corpo oppure interna;
2. trauma esterno al corpo oppure interno;
3. dolore post-operatorio.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico).
Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, quali indagini strumentali e quali esami di laboratorio far eseguire al/alla Paziente per una corretta conferma diagnostica. La corretta diagnosi permetterà la scelta del migliore intervento medico o chirurgico e della migliore terapia analgesica.
2. DOLORE NEUROPATICO e NOCIPLASTICO
Caratteristiche cliniche.
Il dolore neuropatico è causato dalla sofferenza di uno o di più nervi periferici (es. radicolopatie da compressione midollare oppure in seguito alla comparsa – anche pregressa con avvenuta guarigione – di Herpes Zoster), così come da meccanismi complessi di sensibilizzazione centrale (dolore nociplastico) con sofferenza cronica del sistema nervoso centrale.
Quando sospettare la diagnosi.
Il dolore neuropatico e il dolore nociplastico si devono sospettare quando il dolore è riferito essere presente sul territorio di innervazione di uno o di più nervi, con le seguenti caratteristiche:
- sensazione di bruciore,
- sensazione di scossa elettrica,
- sensazione di spilli conficcati nella pelle,
- formicolii diffusi.
Esempi principali di dolore neuropatico:
- neuropatia periferica (sindrome dolorosa post-Herpetica);
- neuropatia diabetica;
- neuropatia da intrappolamento (lombosciatalgia per ernie dei dischi intervertebrali);
- nevralgia del trigemmino
Esempi principali di dolore nociplastico:
- sindrome fibromialgica.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico).
Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, quali indagini strumentali e quali esami di laboratorio far eseguire al/alla Paziente per una corretta diagnosi. La corretta diagnosi permetterà la scelta della migliore terapia analgesica.
3. DOLORE CRONICO
Cos’è. Il dolore cronico è oggi considerato una malattia cronica a sé stante Può essere distinto nei seguenti:
1. degenerativo;
2. infiammatorio;
3. neuropatico e nociplastico;
4. misto;
5. oncologico.
Il dolore degenerativo compare in corso di malattie reumatologiche degenerative (ad es. osteoartrosi);
il dolore infiammatorio si manifesta in corso di malattie reumatologiche infiammatorie e autoinfiammatorie (ad es. artriti e connettiviti, poliartriti sieronegative);
il dolore neuropatico e il dolore nociplastico sono causati da una sofferenza di uno o di più nervi periferici oppure da una sofferenza del sistema nervoso centrale;
il dolore misto è caratterizzato dall’unione dei 2-3 dei precedenti tipi di dolore, infiammatorio e neuropatico insieme.
il dolore oncologico insorge in conseguenza della presenza di una malattia neoplastica.
Quando sospettare la diagnosi.
Si definisce cronico un dolore che persiste oltre 3 mesi consecutivi.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico).
Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, quali indagini strumentali e quali esami di laboratorio far eseguire al/alla Paziente per una corretta diagnosi. La corretta diagnosi permetterà la scelta della migliore terapia analgesica.
4. DOLORE ONCOLOGICO
Caratteristiche cliniche.
Il dolore oncologico si può manifestare durante il decorso ed in conseguenza di una malattia neoplastica.
Il dolore oncologico è generalmente caratterizzato da un dolore di fondo e da un dolore acuto episodico intenso (il cosiddetto “breakthrough cancer pain”, BtCP).
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico).
Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, quali indagini strumentali e quali esami di laboratorio far eseguire al/alla Paziente per una corretta diagnosi. La corretta diagnosi permetterà la scelta della migliore terapia analgesica, sia per ridurre il più possibile il dolore di fondo, sia per combattere il BtCP.
Patologie
1. ARTRITI
Caratteristiche cliniche.
Le artriti sono malattie infiammatorie sistemiche e delle articolazioni, riconoscono una causa autoimmune o autoinfiammatoria, hanno spesso un andamento cronico e un esito a volte invalidante. Possono esser colpite
- le piccole (mani e piedi) articolazioni periferiche [artrite reumatoide];
- queste, più la colonna vertebrale [artrite psoriasica];
- principalmente la colonna vertebrale [spondilite anchilosante];
- può riscontrarsi la vicinanza con un episodio infettivo [artrite reattiva e sindrome di Reiter]
- oppure [enteroartriti] la concomitante presenza di una malattia infiammatoria intestinale [morbo di Crohn e RettoColite Ulcerosa].
Quando sospettare la diagnosi?
Quando una o più articolazioni presentano un dolore infiammatorio.
Il dolore infiammatorio ha le seguenti caratteristiche:
1.inizia a riposo, quando l’articolazione è immobile;
2.si riduce con il movimento dell’articolazione;
3.è in grado di risvegliare il Paziente durante il sonno notturno; 4.l’articolazione colpita si presenta calda e aumentata di volume;
5.sono presenti marcate alterazioni degli esami di laboratorio (ad es. VES e PCR, aumento delle piastrine, riduzione dell’emoglobina con altra ferritina e bassa transferrina [anemia da disordine cronico]).
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali: radiografia convenzionale, ecografia, TAC o TMN della/e articolazione/i interessata/e (il Medico sceglierà quale metodica sia la più opportuna per lo studio dell’articolazione in un dato momento).
Di laboratorio: sono indispensabili non tanto per confermare la diagnosi, ma soprattutto per valutare la gravità del quadro clinico, per studiare se l’artrite abbia colpito organi interni, per verificare la risposta alla terapia farmacologica.
2. CONNETTIVITI
Caratteristiche cliniche.
Sono malattie autoimmuni infiammatorie croniche che colpiscono soprattutto il genere femminile.
Sono distinte in malattie che interessano:
- tutto il corpo [lupus eritematoso sistemico];
- i muscoli e la cute [polidermatomiosite];
- occhi e bocca con riduzione della salivazione e lacrimazione [sindrome di Sjogren];
- spalle e anche [polimialgia reumatica],
- cute e polmoni [sclerodermia];
- piccoli vasi periferici [vasculiti, ad esempio l’eritema nodoso];
- grandi vasi interni [arteriti];
- oppure che provocano embolie/trombosi/aborti spontanei [sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi].
Quando sospettare la diagnosi Quando insorgono sintomi – anche di modesta entità – come i seguenti:
- febbricola,
- dolore episodico lieve alle piccole articolazioni,
- moderata anemia e/o riduzione delle piastrine o dei globuli bianchi;
- modificazione lenta con indurimento della cute;
- dolore e debolezza muscolare;
- secchezza degli occhi e della bocca;
- dolore e fatica a muovere le spalle e le anche, noduli sottocutanei caldi, arrossati e dolenti.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali: sono utili solo per lo studio degli organi interni che possono essere colpiti da tutte queste malattie.
Di laboratorio: sono raccomandate indagini volte allo studio dell’emocromo, alla ricerca di autoanticorpi, alla misurazione di sottopopolazioni linfocitarie, alla valutazione della funzionalità biochimica di organi ed apparati.
3. FIBROMIALGIA
Caratteristiche cliniche.
La Fibromialgia è una sindrome funzionale caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico diffuso cronico e da un vasto numero di disturbi funzionali (cioè che non rappresentano di per sè una malattia nell’organo o dell’apparato che li manifesta) come i seguenti:
- sonno non riposante con risveglio doloroso e senso di fatica,
- facile stancabilità,
- sintomi da colon irritabile,
- formicolio alle estremità,
- episodi ricorrenti di mal di testa e palpitazioni,
- riduzione del tono dell’umore (senso di depressione),
- episodi di “urgenza” per urinare,
- sensazione di riduzione della memoria e della capacità di comprensione e di concentrazione.
Quando sospettare la diagnosi La Fibromialgia si deve sospettare quando la sintomatologia sopra elencata persiste da oltre 3 mesi.
Molto spesso l’esordio della Fibromialgia avviene successivamente ed in conseguenza di un episodio di forte stress fisico (un trauma, un’infezione) oppure psicologico.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico).
La diagnosi di Fibromialgia è una diagnosi clinica: non esistono, al momento, marker di malattia ne’ per una conferma diagnostica, ne’ per la stadiazione della sindrome.
Non sono generalmente presenti alterazioni dei valori di laboratorio e non sono presenti alterazioni degli organi e degli apparati rilevabili con le tecniche di immagine disponibili.
Il Medico Curante e lo Specialista valuteranno, caso-per-caso, se sia opportuno eseguire indagini per valutare la primitività della Fibromialgia oppure l’eventualità che la Fibromialgia sia secondaria ad altra patologia.
4. OSTEOPOROSI
Caratteristiche cliniche.
L’osteoporosi rappresenta l’inevitabile perdita della massa ossea che, con il passare del tempo, le donne e gli uomini presentano nel corso della vita dopo i 30 anni di età.
L’osteoporosi si previene mantenendo una buona architettura ossea – con l’esercizio fisico praticato fin dall’infanzia e proseguito per tutta la vita – e cercando di evitare le cadute in età più avanzata e in vecchiaia. È di fondamentale importanza, oltre al costante esercizio fisico, mantenere per tutta la vita un adeguato introito di calcio (circa 1000 mg al giorno) e una valida quota sierica di Vitamina D.
Quando sospettare la diagnosi. È importante che il Medico e lo Specialista raccolgano la storia clinica del/la Paziente, sia quella personale sia quella della sua famiglia, indagando anche l’assunzione di farmaci che possano accelerare la perdita della massa ossea oppure deteriorare l’architettura dell’osso (ad es. cortisonici, fenobarbital, ormoni tiroidei ecc.).
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali: radiografia convenzione della/e sede/i colpita/e; densitometria (DEXA) e/o ultrasonometria ossea.
Di laboratorio: Vitamina.D, osteocalcina sierica e telopeptide del CTX, paratormone. Importanti sono gli esami volti alla ricerca e alla diagnosi principale in caso di osteoporosi severa in un uomo oppure in caso di sospetto di osteoporosi secondaria ad altre cause sistemiche.
5. MAL DI SCHIENA e LOMBOSCIATALGIA
Caratteristiche cliniche.
Il mal di schiena è la tipologia di dolore considerata la più diffusa in assoluto. Le cause si dividono in due gruppi: cause meccaniche e cause sistemiche.
Le cause meccaniche riguardano patologie degenerative della colonna vertebrale (spondiloartrosi, ernie del disco intervertebrale, osteocondrosi, osteoporosi) e dei muscoli della colonna (stiramenti/contratture).
Le cause sistemiche si dividono in tre grandi gruppi:
- autoinfiammatorie (spondilite anchilosante, artrite psoriasica),
- infettive (spondilodisciti)
- e sistemiche in senso stretto (in presenza di metastasi ossee vertebrali provocate da tumori in altre sedi);
- secondarie a malattie degli organi interni, quali aneurismi dell’aorta addominale, malattie renali, pelviche [utero/ovaio], pancreatiche, ecc.
Quando sospettare la diagnosi.
Il dolore alla colonna, magari irradiato ad uno oppure ad entrambi gli arti inferiori. È una delle diagnosi di dolore che può rivelarsi molto difficile. Il Medico deve saper distinguere i sintomi legati ad una patologia primitiva della colonna (sia degenerativa sia infiammatoria o infettiva), ma deve porre particolare attenzione a non tralasciare lo studio di eventuali segni e sintomi che possono suggerire la presenza di malattie “esterne” alla colonna stessa.
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali e di laboratorio: in considerazione della complessità e della diversità dei quadri clinici, il Medico sceglierà quale/i indagini programmare.
6. OSTEOARTROSI
Caratteristiche cliniche.
L’osteoartrosi rappresenta la conseguenza della degenerazione di una o di più articolari a causa di un danno a livello della cartilagine (che viene consumata e poi distrutta) e a livello dell’osso (dove ha inizio il meccanismo biologico che porta alla distruzione della cartilagine e che trasmette il dolore).
L’osteoartrosi può colpire tutte le articolari periferiche (degli arti superiori e inferiori) e tutte le articolazioni assiali (della colonna vertebrale), si manifesta in genere dopo i 40 anni di età in entrambi i generi e dimostra un andamento progressivo e lentamente invalidante.
Quando sospettare la diagnosi
Quando una oppure più articolazioni presentano dolore meccanico.
Il dolore meccanico ha le seguenti caratteristiche:
1.è assente a riposo;
2.inizia con il movimento dell’articolazione;
3.aumenta con l’aumentare dei movimenti e del carico articolare;
4.non risveglia il/la Paziente durante il sonno;
5.aumenta premendo sull’articolazione colpita;
6.non presenta alterazioni degli esami di laboratorio (ad eccezione di un loro modesto aumento transitorio in occasione di episodi di riacutizzazione [flare] infiammatoria, in genere di breve durata).
Indagini di base da eseguire (sempre dopo aver consultato il Medico). Strumentali: radiografia convenzionale, ecografia, TAC o RMN della/e articolazione/i interessata/e (il Medico sceglierà quale metodica sia la più opportuna per lo studio della/e articolazione/i in quel dato momento). Di Laboratorio: in genere non sono indispensabili, a meno che il Medico non ritenga opportuno escludere situazioni cliniche di tipo infiammatorio oppure altra patologia associata al dolore.
Terapie
Il tuo medico potrebbe prescriverti uno o più farmaci di classi differenti, chiedi di essere informato sull’impiego, sul perché della prescrizione, sui potenziali effetti collaterali e su come gestirli.
1. FARMACI ANTI-INFIAMMATORI
Indicazioni. Si dividono in due grandi categorie: steroidei (cortisonici) e non-steroidei. Hanno un’azione molto efficace contro l’infiammazione, le reazioni autoimmuni, la reazione allo stress, il dolore di tipo periferico e di tipo infiammatorio e autoinfiammatorio.
Precauzioni. Sono tutti farmaci molto efficaci, ma vanno assunti sempre dopo aver consultato il Medico. Devono essere tenute sempre presenti eventuali malattie associate e terapie croniche per altre patologie. La posologia di queste molecole va attentamente monitorata, così il tempo di cura e la via di somministrazione.
Effetti collaterali e indesiderati. Tutti gli anti-infiammatori sono in grado di provocare effetti avversi anche gravi e potenzialmente fatali (funzione renale ed epatica; lesioni dell’apparato digerente; eventi avversi cardiovascolari e sulla pressione arteriosa; effetti collaterali sul metabolismo glucidico (cortisonici, anche se con profonde differenze – cha vanno valutate caso-per-caso). Si raccomanda comunque di consultare sempre il foglietto illustrativo e di seguire le indicazioni del Medico.
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.
2. PREPARATI MIORILASSANTI, ADIUVANTI, VITAMINA D
Indicazioni. Nella terapia del dolore i miorilassanti e gli adiuvanti sono spesso di grande efficacia nella terapia analgesica di combinazione con altri farmaci (paracetamolo, anti-infiammatori ed oppiacei). La Vitamina.D è oggi considerata un vero e proprio ormone che non soltanto contribuisce alla salute dello scheletro (riducendo il rischio di osteoporosi), ma agisce anche come adiuvante nella terapia anti-infiammatoria ed autoimmune.
Precauzioni. Il Medico curante e lo Specialista forniranno tutte le istruzioni circa le precauzioni che devono essere messe in atto durante il periodo di cura e di terapia.
Effetti collaterali e indesiderati. Se assunti opportunamente ed in modo appropriato, questi preparati presentano un rischio di eventi avversi non particolarmente rilevante. Si raccomanda comunque di consultare sempre il foglietto illustrativo.
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.
3. PARACETAMOLO
Indicazioni. Il Paracetamolo è un farmaco con azione antipiretica (riduce la temperatura corporea) ed analgesica (riduce il dolore).
Effetti collaterali ed indesiderati. Il Paracetamolo è ben tollerato e generalmente non provoca effetti avversi a livello gastrico e renale; si suggerisce di monitorare il livello delle transaminasi sieriche se l’assunzione dovesse protrarsi. Si raccomanda comunque sempre di consultare il foglietto illustrativo.
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.
4. FARMACI OPPIACEI
Indicazioni. Gli oppiacei sono potenti farmaci contro il dolore acuto e cronico. Derivano quasi tutti dalla morfina e somigliano a molecole prodotte fisiologicamente dal corpo umano quando è richiesta un’azione analgesica. Gli oppiacei trovano indicazione non solo nel dolore di grande intensità, ma anche nel dolore cronico e di grado moderato.
Precauzioni. Il Paziente dovrà esaminare insieme al proprio Medico curante la reale necessità e la durata della terapia, nonché le malattie e le terapie associate, per non rischiare eventi indesiderati, anche gravi. Se prescritti secondo le linee guida e se assunti in modo corretto, gli oppiacei sono molto efficaci.
Effetti collaterali e indesiderati. Sono farmaci molto efficaci ma potenzialmente pericolosi se non si seguono le indicazioni del Medico Curante. La sonnolenza e la stipsi (specie nei primi giorni di terapia) sono due degli effetti collaterali più frequenti. Si raccomanda di consultare sempre il foglietto illustrativo.
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.
5. GABAPENTINOIDI
Indicazioni e Meccanismo d’azione. La loro azione di esplica con la inibizione dei canali del calcio – importante momento nella fisiopatologia del dolore e della sua cronicizzazione.
Effetti collaterali e indesiderati. All’inizio della terapia si può manifestare una sensazione di sonnolenza e/o di difficoltà al mantenimento della stazione eretta [la quasi totalità di questi aventi avversi non si manifestano se il piano terapeutico inizia con prudenza ed a dosi crescenti].
Ogni terapia farmacologica deve essere valutata e prescritta solo su indicazione del Medico Curante e/o del Medico Specialista.